
INTERPRETAZIONI
#1
L’incontro tra l’assassino e il pescatore avviene in
maniera casuale e si consuma rapidamente, quasi
nell’indifferenza;ma un’indifferenza di solidarietà e
di sincerità che esulano dai comuni rapporti umani.
L’assassino si qualifica subito per quello che è ,
manifestando i propri bisogni senza cortesie.
La reazione dell’interlocutore è sorprendente:
esaudisce senza paura i desideri dell’assassino,
come fosse naturale avere a che fare con un
omicida. Si riscoprono così le condizioni umane più
semplici al d là di ogni convenzione e fanno capolino
i ricordi dell’infanzia, quando non c’era bisogno di
trovare difese per far fronte al mondo. L’arrivo dei
gendarmi lascia impassibile il protagonista, che non
si degna neppure di rispondere. La strofa finale
coincide con quella iniziale, al fine di indicare un
tempo rimosso. Questa volta saranno i giustizieri a
rimanere scornati perché non li si degna di uno
sguardo. Resta solo la specie di sorriso con cui il
pescatore guarda sornione al mondo con l’aria di chi
sa come.
#2
Si tratta di un’eucarestia.
Il pescatore è metafora della chiesa di Cristo.
“L’ombra dell’ ultimo sole” non si riferisce solo al
pescatore, ma è anch’essa una metafora della vita:
siamo al crepuscolo della vita di un pescatore che
ha sì il viso segnato dalle fatiche della vita,che in lui
però sono qualcosa di bello, qualcosa che è “come
una specie di sorriso”. L’assassino che incontra è
anch’egli una persona al termine della sua vita.
Incontra il pescatore e gli confessa il proprio
peccato, impensabile in un contesto laico.
“Non si guardò neppure intorno”, è una frase che
dice tutto: il pescatore è in questo mondo ma non si
cura di ciò che lo circonda , somministrandogli pane
e vino, metafora dell’eucarestia. De Andrè non ci
dice banalmente che l’assassino mangiò e si saziò,
ma ci consegna un momento mistico dicendo: “fu il
calore di un momento”, ciò per farci capire che
riceve vicinanza dal pescatore, che non lo condanna
ma che gli dà il calore che l’assassino non ha avuto
da piccolo, quando giocava da bambino in cortile in
aprile. Nel finale De Andrè ci mostra , successivamente
all’incontro del pescatore con l’assassino, quello del
pescatore con il potere laico. Un potere che si presenta
dinanzi a lui a cavallo e con le armi. Il pescatore , simbolo
del potere spirituale, non risponde ai due gendarmi ai quali
non ha nulla da dire.
RIFLESSIONE
La canzone narra di un assassino, probabilmente scappato da un carcere, che
durante la sua fuga viene inseguito da due gendarmi,che cercano di catturarlo
per riportarlo in prigione. Nel bel mezzo della sua fuga incontra un pescatore
"che aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso".
Stremato dalla fame e dalla sete gli chiede aiuto, egli senza indugiare, gli offre il
proprio pane ed il proprio vino. Qui balza agli occhi la visione vangelica del perdono,
con quel gesto il cantante sembra dirci che il Pescatore ha umana pietà verso il bandito
e non lo tratta come un criminale, bensì come un essere umano che ha bisogno di
aiuto. Dopo aver mangiato, l'assassino riprende la sua fuga, senza voltarsi indietro,
lasciandosi l’infanzia perduta alle spalle, ciò significa che qualcuno è stato in carcere
durante la giovinezza, che nelle canzoni di De Andrè viene spesso paragonata al mese
di Aprile o di Maggio: la primavera della vita. I gendarmi, alla ricerca dell'assassino, si
avvicinano al vecchio e gli chiedono se avesse visto l'assassino. E a prima vista,
sembrerebbe che egli non risponda ai gendarmi, continuando a dormire. L’ ultima
strofa, ci fa capire che il vecchio è morto. Difatti "all'ombra dell'ultimo sole",
solitamente inteso come il tramonto, è più poeticamente come il tramonto della vita di
quell'uomo. Ed ecco che si ritorna a Gesù e l'ultima cena: egli diede da mangiare anche
a chi poi lo tradì. E così, come il Cristo, fa il vecchio, successivamente assassinato.
Perché quel "solco lungo il viso, come una specie di sorriso" altro non è il taglio di una
lama sul collo, la cui forma a mezzaluna, partendo dall'alto e tornando all'alto, ricorda
proprio un sorriso.
Di Maio Sabrina